Passati al piano B, che tagliava una parte del percorso previsto per il 15, partiamo comunque in otto con destinazione rifugio Giaf, dove troviamo una calorosa accoglienza da parte del gestore che ci fa provare la parete di arrampicata artificiale, e della sua famiglia che accompagna la serata con la chitarra.
La notte si scatena l'uragano e al nostro risveglio, contrariamente alle nostre speranze, alimentate da fasulle previsioni meteo, il termometro segna 5°C a 1400m, il cielo è nerissimo e soffia un forte vento (ci accorgeremo in seguito che a quote più alte aveva anche nevicato).
Dopo un democratico briefing, 7 contro 1 (quell'1 è Comici) optiamo per il piano C: rinunciamo alla traversata per il rifugio Pordenone e lo raggiungiamo invece in macchina.
Anche il piano C non può essere messo in pratica: la stradina della val Cimoliana che porta al rifugio non è percorribile in auto perché le forti piogge hanno ingrossato il torrente che in alcuni punti la attraversa.
Lasciamo le macchine a valle e guadiamo a piedi. Finalmente il tempo volge verso il bello, ma sono già le 2 del pomeriggio del secondo giorno.
Occupiamo il pomeriggio con una breve escursione al belvedere che ci permette di ammirare da lontano il famoso Campanile di Val Montanaia e andiamo a cercare il formaggio alla casera Meluzzo che è chiusa, ci resta la consolazione di aver avvistato un cerbiatto.
Terzo giorno: paghiamo un conto piuttosto salato al rifugio, ma almeno il tempo sembra tenere.
Il piano D prevede di risalire la Val Montanaia per arrivare fino al Campanile e al vicino bivacco Perugini. La salita è impegnativa perché il sentiero si arrampica ripido lungo un canalone dalle cui pareti scende l'acqua delle piogge dei giorni precedenti, ma la soddisfazione è grande una volta raggiunta la nostra meta.
Qui le foto della nostra impresa, anche qui e poi qui e ancora qui. C'erano ben 4 macchine fotografiche waterproof!
Cartina TABACCO n°2.
La notte si scatena l'uragano e al nostro risveglio, contrariamente alle nostre speranze, alimentate da fasulle previsioni meteo, il termometro segna 5°C a 1400m, il cielo è nerissimo e soffia un forte vento (ci accorgeremo in seguito che a quote più alte aveva anche nevicato).
Dopo un democratico briefing, 7 contro 1 (quell'1 è Comici) optiamo per il piano C: rinunciamo alla traversata per il rifugio Pordenone e lo raggiungiamo invece in macchina.
Anche il piano C non può essere messo in pratica: la stradina della val Cimoliana che porta al rifugio non è percorribile in auto perché le forti piogge hanno ingrossato il torrente che in alcuni punti la attraversa.
Lasciamo le macchine a valle e guadiamo a piedi. Finalmente il tempo volge verso il bello, ma sono già le 2 del pomeriggio del secondo giorno.
Occupiamo il pomeriggio con una breve escursione al belvedere che ci permette di ammirare da lontano il famoso Campanile di Val Montanaia e andiamo a cercare il formaggio alla casera Meluzzo che è chiusa, ci resta la consolazione di aver avvistato un cerbiatto.
Terzo giorno: paghiamo un conto piuttosto salato al rifugio, ma almeno il tempo sembra tenere.
Il piano D prevede di risalire la Val Montanaia per arrivare fino al Campanile e al vicino bivacco Perugini. La salita è impegnativa perché il sentiero si arrampica ripido lungo un canalone dalle cui pareti scende l'acqua delle piogge dei giorni precedenti, ma la soddisfazione è grande una volta raggiunta la nostra meta.
Qui le foto della nostra impresa, anche qui e poi qui e ancora qui. C'erano ben 4 macchine fotografiche waterproof!
Cartina TABACCO n°2.
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