domenica 13 maggio 2012

10 luglio 2011 - Via Carugati a Rocca Pendice

La Carugati sulla parete Est del Pendice. Via aperta nell' autunno del 1909 dai coniugi Carugati con l'amico Rossi. La via costò agli alpinisti un bivacco notturno in parete.
 Oggi la via è una delle classiche della Est che sono state attrezzate a spit e resinati  ed è considerata una via sportiva, ma per chi, come noi, è un alpinista alle prime armi, è pur sempre una sfida avvicente.
Tanto più che la via, poco frequentata d'inverno e vietata da marzo a giugno per via del falco Pellegrino, sembrava essere diventata un sogno irrealizzabile dopo che era sfumata lo scorso ottobre.

Il 10 luglio, giornata di un caldo memorabile, ci troviamo alle 14 e 30 a TrePonti per bere un caffè al bar pasticceria ( chiuso). Presenti i coniugi Beriotto che non sono certo alpinisti alle primi armi , Tabarez ed io.
Durante la sosta ci accorgiamo che MonteGrande sta andando a fuoco. Un elicottereo vola sopra il versante dove a  mezza costa salgono fiamme e fumo nero. ( L'incendio, doloso, mangerà tre ettari di bosco).  Questo evento fa avere il sopravvento al coniglio che è in me rispetto all'alpinista che inizia a temere di imbarcarsi in un'impresa troppo difficile.

Al parcheggio sotto la parete scopriamo di non essere gli unici pazzi ma troviamo dei consocenti che stanno andando a fare dei monotiri.

Il bosco è umido e all'attacco siamo già grondanti. Facciamo due cordate. La prima dei coniugi Beriotto. La seconda tira Tabarez assicurato dal coniglio che è in me. Il camino è umido e già al secondo chiodo una nuvola di magnesio mi avvolge. Sto sudando l'impossibile e cerco di asciugare.

Sul punto stretto del camino, donna Roberta urla "forza i piccoli". Incredibilmente sullo stesso passaggio non ho dubbi. Mi viene invece il dubbio che forse è meglio farmi calare al passaggio prima della sosta. Sono da secondo ma se scivolo faccio il pendolo. Il traverso è il pegno che devono pagare i conigli che non hanno il coraggio di tirare da primi, quindi dopo due o tre  "ma siamo sicuri se.." affronto in apnea ma con perfezione il movimento delicato e arrivo in sosta.
Beriotto giura che il resto della via è più facile quindi acconsento a proseguire.
In effetti , salendo, anche la vegetazione si dirada. La roccia è pulita e inizamo a sentire un po' d'aria. Monte Grande è ancora in fiamme e l'elicottero è in ancora in volo.

Il secondo tiro è da dimenticare ( un traverso muschiato), il terzo tiro è abbastanza facile. Sul quarto c'è il tettino che fa penare i primi. E il quinto per la mia cordata lo apro io.  Caspita, sulla parte finale c'è della roccia strana, sembra costruita... infatti sono i mattoni del castello di Speronella.

Siamo fuori. Che soddisfazione! all'arrivo stretta di mano agli amici , cari e rari, con cui ho diviso questa avventura.

Cambio maglietta e bagno alla fontanella sotto il Pendice e cena alla pizzeria "Al Veliero " di Bresseo.  Ci accettano anche se arriviamo spettinati e poco eleganti e non è la prima volta.

ps : post scritto a 10 mesi di distanza. Emozione e Soddisfazione difficili da dimenticare.

1 commento:

Unknown ha detto...

Efficace e tenace. Brava michela