martedì 13 settembre 2011

9 Settembre 2011 - Ferrata delle Trincee da passo Fedaia

Venerdì di ferie. Calda giornata di Settembre. Tempo previsto : bello. Si va in Dolomiti per fuggire dalla città e dalla noia quotidiana, in cerca di aria pura, di libertà ed emozioni.

Siamo solo io e Tabarez. Di fare una via di roccia da soli ancora non se ne parla. Il rischio di restare incrodati è troppo grosso. Bisogna fare ancora un po' di esperienza.


Decidiamo di fare una ferrata in cresta: la ferrata delle Trincee che Lorenzo mi ha detto essere molto bella.

Saliamo da Passo Fedaia fino a porta Vescovo. All'attacco della ferrata aspettiamo una ventina di minuti ( giusto il tempo di congelarsi le mani). Ci sono escursionisti tedeschi , polacchi e francesi e i primi cinquanta metri ripidi creano un po' di coda. Ed io che pensavo che essendo un venerdì di Settembre non ci sarebbe stato nessuno...

Sarà la Marmolada con il ghiacciao che abbiamo alle spalle , sarà il vento che soffia, il freddo si fa sentire nei primi cento metri di ferrata e come al solito soffro un po' l'acclimatamento.

Ci vuole anche un po' perchè mi passi l'ansia di aver scelto una ferrata difficile. Le relazioni che si trovano su internet, lo so, o sono fatte da gente che non è capace di andare in montagna o da qualcuno che vuole ventarsi sulla rete di aver fatto imprese impossibili, ma le leggo sempre e ogni volta mi faccio influenzare e, timorosa, sono pronta ad aspettarmi delle difficoltà enormi che non ci sono mai. Ci sono solo dieci metri da tirarsi su sul cavo, non 100. La roccia del Padon non è levigata, semplicemente non è calcare e bisogna saper usare i piedi. Assomiglia molto alla trachite di rocca pendice ( è come essere a casa) e i miei scarponi in vibram,anche se un po' consumati, tengono che è un piacere.

Quando la circolazione sanguigna periferica si riattiva sulle mani mi sono rilassata e inizio a godermi il percorso e il panorama. Tabarez era tranquillo da subito, ma del freddo se ne è accorto anche lui ed ha ancora il giubbino addosso.

Ci fermiamo a fare qualche foto e le persone davanti a noi scompaiono. Per tutta la ferrata staremo in compagnia di una coppia di ragazzi polacchi che ci seguono silenziosi.

Il panorama è stupendo, siamo sospesi in aria tra la Marmolada e il Sella. La Marmolada da così vicino non l'avevo mai vista. Il ghiacciaio me lo immaginavo più grande ma è spettacolare, azzurro, grigio e bianco. Sotto di noi si vede il lago Fedaia di un blu cobalto.

Questa mattina, quando siamo partiti da Padova, avevo un po' di sensi di colpa per il lavoro ad essere in ferie con tutte le cose che c'erano da fare. Adesso che sono qui mi verrebbe da spedire una foto a tutti i colleghi e scrivergli che sono dei pirla a stare in ufficio.

Passiamo un ponte di legno sospeso con qualche asse scardinata e dopo un po' siamo in cima alla Mesola e iniziamo a scendere. Quando c'è da scendere in ferrata non è mai piacevole, ma visto che ultimamente sono diventata esperta nell'arrampicare in discesa sul IV e V grado ( questa è un'altra storia) mi viene anche bene.

A mezzogirono e mezzo abbiamo finito la prima parte della ferrata. Qui sarebbe possibile scendere verso il rifugio Padon, ma decidiamo di continuare la ferrata fino al bivacco Bontadini. La giornata è splendia, intorno a noi non c'è una nuvola.

Un caprone ci saluta mentre facciamo una breve sosta merenda.

Il percorso continua lungo la cresta del Padon. A volte siamo sul lato che guarda la Marmolada, a volte sul lato che guarda il lagazuoi, le Tofane. La cresta del Padon è un ottimo posto dove poter studiare la geografia delle Dolomiti.

Sono quasi le tre e le ore di cammino iniziano a farsi sentire. Del bivacco non si vede l'ombra ( se ne starà nascosto fino all'ultimo) e iniziamo a sconfortarci un po'. La galleria che imbocchiamo è abbastanza lunga e crea un po' di suspance, ma all'uscita arriviamo al bivacco. Ci siamo !

Sono le tre del pomeriggio e finalmente si pranza. Pane alle noci del panificio Garbo della Guizza (raccomandato) e grana. Nemmeno un re mangia meglio.

Ci dirigiamo verso il rifugio Padon dove ci aspetta una fetta di torta galattica e dove raccolgo informazioni sulla ricetta della Linzer Torte.

Ultima discesa fino al Fedaia. Passeggiata romantica lungo il lago fino alla macchina per concludere la giornata. Il Civetta è bellissimo illuminato dal sole del tardo pomriggio.

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