martedì 26 aprile 2011

25 Aprile 2011 - Spigolo Barbiero a Rocca Pendice

Non ho mai creduto agli oroscopi ma questo era l'oroscopo pubblicato su D-Magazine allegato alla Repubblica di Sabato



CAPRICORNO
Alcuni non sanno nemmeno più se si stanno arrampicando su roccia, neve o ghiaccio.
Però proseguono, e lo fanno bene, immersi in un esercizio che comporta il sacrificio di andare oltre se stessi.


Pareti strapiombanti, creste strette, scarsità di appigli e appoggi, chissà mai dove sono finiti i ramponi e la picozza.
Ogni tanto vi viene il mal di montagna, forse siete oltre quota cinquemila. Il silenzio è assoluto, non arriva il vostro amore a darvi il bacino sulla punta del naso infreddolito. Mentre gli umani vanno incontro al sole di primavera, voi state lì. Appesi sul vuoto. A conquistare la saggezza.



E domenica , quasi dignitosamente , abbiamo fatto lo Spigolo Barbiero a Rocca Pendice. Mi sudano ancora le mani, se ci penso.



Grazie sopratutto agli splendidi capocordata Carlo e Renato, senza i quali la conquista della via non sarebbe stata possibile e agli altri compagni di cordata Roberta e Glauco.



Una giornata carica di emozioni. Il sole ci ha tenuto compagnia, il vento ci ha fatto respirare la libertà di poter stare su una cresta in cima al mondo ( anche se era solo la pianura Padana ), la polvere lavica appiccicata alla faccia e sotto le unghie ci ha fatto sentire un tutt'uno con la terra, i rovi in mezzo alla via, e l'edera rampicante sull'ultimo tiro ci dicevano che forse gli uomini da quelle parti non sono come a casa, ma l'albero alla fine del passaggio delle canne ci ha fatto capire che non tutta la vegetazione è ostile a Rocca Pendice. Più di qualche lucertola ha salutato il nostro passaggio.



Una giornata piena di risate: le corde di 70 metri che si attorcigliavano ( il brutto di arrampicare in tre), le soste mignon ( "muoviti a partire che stiamo stretti" ), il pilastrino che ho salito pregando "tieni tesa quella corda", lo zaino fatto recuperare da Glauco con la corda come se stessimo salendo il k2 dopo che Carlo se l'era portato da primo sulle spalle per 3 tiri. Le idee di Renato, prontamente respinte dai pivelli del gruppo, che sotto al pilastrino voleva calarsi in doppia sui diedri delle nebbie per allungare l'itinerario. La foto di vetta sull'altare di Rocca ( ma se arrivavamo a piedi non facevamo meno fatica ? ).

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