martedì 8 dicembre 2009

6 Dicembre - Arco, Placche di Baone

Dopo quasi due mesi di incertezza, mercoledì 2 dicembre ho comprato la corda. Ederlid 70 metri, 9,8 mm. Bellissima.
Bisognava andarla a provare e quale posto migliore di Arco, patria dell'arrampicata sportiva?
Dicembre non è il mese più adatto per arrampicare all'aperto, ma spostandosi nella valle del Sarca si può trovare ancora un clima che seppur invernale è mitigato dall'influenza del lago. Il meteo, in questo lungo finesettimana del ponte dell'immacolata non è dei migliori, ma domenica si poteva sperare in qualche sprazzo di sole.
Partenza ore 8 da Padova, siamo solo noi due, io e Tabarez. Direzione Arco, Placche di Baone.
Una volta parcheggiata l'auto, attraversiamo a piedi il paese di Chiarano, poco dopo Arco, e seguiamo le indicazioni per la falesia di Baone che ci portano in salita per una stradina sterrata che attraversa un uliveto bellissimo dove incontriamo dei contadini che stanno raccogliendo le olive.


Arriviamo sotto le placche di Baone settore Ondulina. Dietro di noi, in basso il lago di Garda, in alto, oltre il lago, l'Altissimo di Nago imbiancato dalle neve. Sulla destra altre cime, quelle più alte innevate, le altre no. Ci deve essere anche Cima Capi dove siamo stati a maggio ma non riesco ad individuarla con precisione. Inizio a capire perchè più di qualcuno venendo dalla città si è innamorato di questo posto e si è trasferito qui.

In falesia ci sono altri ragazzi che stanno provando a salire delle vie. Conoscono bene il posto e ci danno molto gentilmente qualche indicazione utile. Ci mostrano un foglio fotocopiato da una guida che spiega le vie della falesia. Il mio foglietto scritto a penna è decisamente meno chiaro. Il settore è piuttosto vasto e cerchiamo di scegliere delle vie abbastanza facili. E' pur sempre la prima falesia che affrontiamo da soli e dobbiamo portarci su la corda.
Tabarez mi fa sicura e inizio a salire, decisa (?!). Qualche passo e poi ? Dove vado ? Rispetto alle numerate di Rocca Pendice la parete è più obliqua ma non ci sono praticamente prese per le mani. E' da fare in aderenza. Mi guardo le scarpette, come a dirgli che mi fido di loro e che mi devono tenere e conquisto lentamente il primo spit dove attacco un rinvio e prendo fiato. Gli spit non sono così vicini tra loro come in palestra, ci saranno anche quattro metri tra l'uno e l'altro. Ogni chiodo che raggiungo un gran respiro e finalmente arrivo alla sosta, moschettone a ghiera che si apre facilmente, passo la corda, "Blocca!", ce l'ho fatta. Scendo. Però, mica male. Ondulina 4a conquistata da primo. Una bella soddisfazione per una vecchietta come me. Fuori ci sono 8 gradi, e io ho un caldo tremendo.
Sale Tabarez e poi la riprovo da seconda. Così è più facile, o meglio c'è meno tensione.
Tiriamo giù la corda e ne proviamo un'altra "Cade la corda 3b". Proviamo tutti e due da primo. Tabarez, quasi arrivato in sosta, dopo l'ultimo rinvio, mette il piede su una placca bianca scivolosa e fa un metro in giù. Ma poi recupera. Tutto a posto.
Il sole oggi proprio non esce, inizia a fare freddo, ultimi giri e poi scendiamo. Per oggi è stata una grande emozione.
Di ritorno, ci fermiamo ad Arco dove da Red Point compriamo anche il Gri Gri. ( costava dieci euro in meno che a Padova). Una cioccolata calda e poi si torna a casa.
Bye Bye Arco. Speriamo che sia la prima di tante nuove avventure in parete.

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