domenica 30 dicembre 2012

23 Dicembre 2012 Monte Rite con la neve e senza funivia

Caro signor Messner,
domenica 23 Dicembre io e pochi amici siamo stati in cima al Monte Rite.
Siamo saliti senza fretta, con le ciaspole ai piedi. Grazie alla lentezza, durante il cammino, abbiamo ammirato il panorama verso il gruppo del Tamer e San Sebastiano, osservato le tracce degli animali sulla neve, e soprattutto ci siamo goduti il silenzio del sentiero. 
Abbiamo incontrato nella salita altri escursionisti, qualcuno della vicina Pieve di Cadore, una famiglia con dei bambini che tiravano gli slittini, una coppia di sci alpinisti e qualche altro Veneto della pianura partito come noi presto al mattino per sfuggire alla nebbia padana e allo smog e godere di pace e tranquillità.

In cima una meraviglia. Il Pelmo imponente, l'Antelao a contrastarlo.
Sotto, lontana , la valle del Boite.

Il rumore del vento, il WROOM della neve prima della caduta del tetto, il battito d'ali di un gracchio che planava a beccare le briciole del nostro panino.

Immagino la stessa giornata con la funivia aperta : la puzza del generatore a diesel, il ronzio degli impianti. Gente urlante in cima che non ha consumato il fiato per salire e lo usa impropriamente per gridare. Confusione,  chiasso, continui squilli di cellulari e "prontoooo".
Per fortuna è solo una possibilità remota. Speriamo che la regione usi i soldi in modo più appropriato valorizzando in altro modo la valle di Cibiana.
Il Monte Rite noi lo preferiamo così senza funivia.


venerdì 31 agosto 2012

19 Agosto 2012. Tofana di Rozes mt 3225. La rivincita

Ore 8.00 Rifugio Dibona mt 2083. Cielo azzurro limpido. 
Oggi si può ripetere la sfida tra i piccoli ( quasi tutti piccoli) escursionisti con velleità alpinistiche e  la grande, immensa Tofana di Rozes, 3225 mt di roccia dolomia.

Scegliamo la via normale, sulle tracce di Grohmann e dei cacciatori ampezzani che per primi salirono questa cima. Oggi l'alpinismo è un' altra cosa. Grohmann non aveva i bolli blu, la traccia sul ghiaione, il rifugio Giussani come punte d'appoggio, ma la conquista della vetta è sempre un'avventura ed un'emozione e, come mi hanno insegnato, due cari amici che erano con noi in questa avventura, ognuno di noi può scrivere la propria storia dell'  alpinismo fatta di piccole e grandi imprese.

La Tofana di Rozes è stata una cima conquistata passo dopo passo, lentamente in una giornata di sole come poche si vedono in montagna.
In cima noi, polacchi, spagnoli, inglesi, qualche altro italiano. Tutti soddisfatti, tutti con un ricordo da portare a casa e una storia da raccontare.

Le immagini della Tofana di Rozes che mi resteranno a lungo impresse nella mente:  a 200 metri dalla cima, uno spigolo bianco che sembra impossibile e bellissimo, in vetta, la vertigine di essere più alti di qualsiasi cosa, ma molto più alti, la torre grande di Falzarego, fatta ieri, piccolissima, il sentiero di discesa così ripido che temevo di restare in cima sempre.

Dal diario di Grohmann, 23 agosto 1863 "...questi uomini erano guardaboschi, cacciatori di camosci o contadini, ma nessuno era guida. Tutti però facendomi da guida nelle ascensioni che pur compivano per la prima volta, tutti senza eccezione andarono oltre ogni aspettativa."

Anche noi, questa volta, siamo andati oltre ogni aspettativa.



mercoledì 22 agosto 2012

18 Agosto 2012 - Torre Grande del Falzarego

18 Agosto. 
Secondo giorno di permanenza in zona Falzarego. La sera precedente al Rifugio Dibona, tra Tortelloni ai funghi, casunzei agli spinaci , uova e speck e  wuster bagnati da una birretta, lunga discussione sulla via di roccia da fare il giorno successivo. Viene votata una via di 5 /6 tiri di IV massimo, sulla torre grande del Falzarego.
L' avvicinamento di un'oretta,  prima per sentiero e poi per ghiaie e roccette, tra i mughi, potrebbe scoraggiare almeno una parte dei tanti alpinisti o presunti tali che si trovano in zona Cortina nella calda settimana di questo ferragosto.   
In effetti , la scelta è appropriata in questo senso. Trovare l'attacco non è facile. C' è solo un' altra cordata prima di noi ma sono già in alto. 
Facciamo due cordate. Gli esperti Renato e Roberta davanti, i meno esperti ( cuor di coniglio e Glauco) seguono. 
Abbiamo tre friends nuovi di negozio e speriamo di riuscire ad usarli. Renato, parte un'attimo titubante ma poi è veloce. Noi stiamo ancora facendo su le mezze corde. I  primi due tiri , dove ci sono i passaggi di IV, porta su la corda Glauco. Io seguo da seconda. A parte un passaggetto bastardo, ma forse perchè non ci siamo ancora scaldati, la via è divertente. Dopo discussione animata, cuor di coniglio consente a portare su la corda al terzo tiro perchè il grado è  massimo IV- e sono solo 25 metri, ma manca la sosta,  e così si fa anche il quarto tiro quasi per intero. La via è bella verticale, ma c'è proprio di tutto da prendere e solo quando cuor di coniglio sente la forza di gravità delle mezze corde tirare verso il basso ( F = 4 kg * (9,8 Kn  al quadrato), guarda in basso e gli omini in fondo al sentiero sono proprio piccoli.

All'ultimo tiro, Roberta perde il contatto audio con Renato. Ci troviamo in sosta in tre e non sappiamo se lui è arrivato o meno. Dovrebbe essere fuori. La corda sembra tesa. Roberta parte e tutto è a posto. 
Con calma arriviamo in cima anche noi per facili roccette. Non c'è la croce , ma un bellissimo ometto a salutarci.. Siamo a 2500 metri. 

In parete segue un'altra cordata composta da due giovani alpinisti di Treviso.Uno di loro è alla prima esperienza in montagna ed ha un casco da cantiere della protezione civile. Arrivano in cima anche loro e ci complimentiamo gli uni con gli altri. C'è grande soddisfazione.

Perfetto, e adesso come si scende? Nella relazione fotocopiata dalla guida del Bernardi si legge " discesa , come itinerario N° 86 ". Peccato che l'itinerario n° 86 non è stato fotocopiato!

Dalla parte opposta della salita ci sono due canali ripidi ( Madonna che ripidi). Intanto arrivano in cima, da un altro itinerario,  due francesi, probabilmente sono scesi dal Monte Bianco per venire a riposarsi in Dolomiti, perchè appena il tempo di farsi una foto e si lanciano giù da uno dei due canali legati in conserva ( pazzi !!).
Su uno dei canali vediamo un cordone ( almeno da 10, ma chissà da quando è qui, probabilmente dagli anni 80 quando hanno aperto la via ) ancorato ad un masso irremovibile e con un anello. Lungo il canale ci sono altri chiodi. Renato cala in moulinette Roberta che ogni tanto passa un rinvio per 20, 30, 40, 50 metri.( Ahia sta finendo la corda!) . Finalmente esce dal canale e blocca la corda. Noi e i ragazzi di Treviso ci assicuriamo con un machard e iniziamo a scendere nel canale. Passaggi di II e III e tanta tanta ghiaia. Era più facile la salita.

Alla fine del primo canale, si gira a sinistra in un altro canale di 20 metri, che finisce in una cengia esposta ancora a sinistra e in discesa fino alla sosta per una doppia di circa 30 metri. Ancora qualche ghiaia e arriviamo al sentiero di salita. Però ... alpinismo puro! Autostima a mille. 
La cena del Dibona ci aspetta!

martedì 31 luglio 2012

Intrepidi mussati - La Gusela sulla Schiara

domenica 13 maggio 2012

10 luglio 2011 - Via Carugati a Rocca Pendice

La Carugati sulla parete Est del Pendice. Via aperta nell' autunno del 1909 dai coniugi Carugati con l'amico Rossi. La via costò agli alpinisti un bivacco notturno in parete.
 Oggi la via è una delle classiche della Est che sono state attrezzate a spit e resinati  ed è considerata una via sportiva, ma per chi, come noi, è un alpinista alle prime armi, è pur sempre una sfida avvicente.
Tanto più che la via, poco frequentata d'inverno e vietata da marzo a giugno per via del falco Pellegrino, sembrava essere diventata un sogno irrealizzabile dopo che era sfumata lo scorso ottobre.

Il 10 luglio, giornata di un caldo memorabile, ci troviamo alle 14 e 30 a TrePonti per bere un caffè al bar pasticceria ( chiuso). Presenti i coniugi Beriotto che non sono certo alpinisti alle primi armi , Tabarez ed io.
Durante la sosta ci accorgiamo che MonteGrande sta andando a fuoco. Un elicottereo vola sopra il versante dove a  mezza costa salgono fiamme e fumo nero. ( L'incendio, doloso, mangerà tre ettari di bosco).  Questo evento fa avere il sopravvento al coniglio che è in me rispetto all'alpinista che inizia a temere di imbarcarsi in un'impresa troppo difficile.

Al parcheggio sotto la parete scopriamo di non essere gli unici pazzi ma troviamo dei consocenti che stanno andando a fare dei monotiri.

Il bosco è umido e all'attacco siamo già grondanti. Facciamo due cordate. La prima dei coniugi Beriotto. La seconda tira Tabarez assicurato dal coniglio che è in me. Il camino è umido e già al secondo chiodo una nuvola di magnesio mi avvolge. Sto sudando l'impossibile e cerco di asciugare.

Sul punto stretto del camino, donna Roberta urla "forza i piccoli". Incredibilmente sullo stesso passaggio non ho dubbi. Mi viene invece il dubbio che forse è meglio farmi calare al passaggio prima della sosta. Sono da secondo ma se scivolo faccio il pendolo. Il traverso è il pegno che devono pagare i conigli che non hanno il coraggio di tirare da primi, quindi dopo due o tre  "ma siamo sicuri se.." affronto in apnea ma con perfezione il movimento delicato e arrivo in sosta.
Beriotto giura che il resto della via è più facile quindi acconsento a proseguire.
In effetti , salendo, anche la vegetazione si dirada. La roccia è pulita e inizamo a sentire un po' d'aria. Monte Grande è ancora in fiamme e l'elicottero è in ancora in volo.

Il secondo tiro è da dimenticare ( un traverso muschiato), il terzo tiro è abbastanza facile. Sul quarto c'è il tettino che fa penare i primi. E il quinto per la mia cordata lo apro io.  Caspita, sulla parte finale c'è della roccia strana, sembra costruita... infatti sono i mattoni del castello di Speronella.

Siamo fuori. Che soddisfazione! all'arrivo stretta di mano agli amici , cari e rari, con cui ho diviso questa avventura.

Cambio maglietta e bagno alla fontanella sotto il Pendice e cena alla pizzeria "Al Veliero " di Bresseo.  Ci accettano anche se arriviamo spettinati e poco eleganti e non è la prima volta.

ps : post scritto a 10 mesi di distanza. Emozione e Soddisfazione difficili da dimenticare.