sabato 30 maggio 2009

24 Maggio 2009 Valle Santa Felicita

Santa Felicita, ai piedi del Grappa, si presenta a chi arriva da Romano da Ezzelino, come una stretta valle sinuosa che corre tra due pareti non troppo alte e non troppo belle : una stradina sterrata e polverosa la percorre. A terra, rovi erba alta e un milione di insetti tra cui numerose zecche pronte ad attaccarsi al primo viandante. L'escursionista che si trovi a passare da queste parti non potrebbe in alcun modo restare meravigliato dalla beltà del paesaggio, ma rimarrà sbalordito per il gran numero di alpinisti attrezzati di tutto punto (corde, imbraghi, caschetti) e tintinnanti di moschettoni che si incontrano appesi alle pareti, e dalle intrepide acrobazie compiute in libera sulle pendici sterpose del monte da arrampicatori folli a petto nudo e Superga .
L'attrazione principale di Santa Felicita che la rende meta di pellegrinaggio da parte di tutti i CAI del Veneto la breve ma ostica via ferrata che è stata attrezzata su una delle pareti della vallata dove i neofiti dell'alpinismo vengono iniziati al brivido del vuoto e del IV grado.

Domenica 24 Maggio due sezioni CAI del Veneto si erano date appuntamento in questo infausto luogo, quella di Treviso in forma ridotta e quella di Padova al completo con l'intera commissione escursionismo, un corso di escursionismo avanzato e un corso di aggiornamento per accompagnatori di alpinismo giovanile. Inoltre due, tre gruppi indipendenti di arrampicata libera avevano occupato le vie più difficili.

Sulle pareti attorno a Santa Felicita persino i ragni veri ( le lucertole non si trovano perchè le pareti sono in ombra) facevano fatica a trovare qualche centimetro per muoversi liberamente.

Avevo sentito parlare di Santa Felicita come un dazio da pagare al CAI prima di potersi avvicinare al mondo delle ferrate ed ero preparata psicologicamente a trovare qualcosa di difficile da affrontare, ma non mi aspettavo una tale tristezza di paesaggio e la totale mancanza di soddisfazione nel salire e attraversare una parete tanto impervia quanto insulsa. Possibilità di arrampicare su roccia pari a zero. Per tutto il tempo della ferrata si è costretti ad appoggiare mani e piedi sul ferro degli scalini, dei chiodi e di pioli. Gli unici punti dove si riescono a mettere le mani su roccia sono infestati dai ragni. Il percorso si svolge luno una parete verticale leggermente strapiombante e dopo i primi cinque scalini di ferro si è praticamente su un IV grado. Chi si trova per la prima volta ad avere a che fare con una via ferrata, non fa in tempo a capire come vanno fissati i moschettoni al cavo che deve preoccuparsi ad assicurarsi con una longe perchè le braccia sono già stanche. La ferrata non porta da nessuna parte ma corre su una parete prima in salita poi in orizzontale e poi in discesa. Non c'è nulla vedere, non c'è una cima su cui salire. Niente di niente. Solo fatica e insetti da schivare. Per non parlare del concentrato di umidità che si trova nella valle e che rende ogni appiglio sul ferro scivoloso.

Però tutti i CAI del Veneto continuano a portare gli allievi a Santa Felicita e probabilmente perdono metà degli iscritti ogni volta. Possibile che non ci sia una parete migliore in tutto il Veneto dove creare una palestra per chi si vuole avvicinare al mondo delle ferrate ?

Comunque è fatta e visto che ci piace andare in montagna, nonostante Santa Felicita, pensiamo ai prossimi appuntamenti del XI corso escursionismo avanzato, sperando che siano più entusiasmanti di questa domenica.

mercoledì 6 maggio 2009

13 Aprile 2009 - Pasquetta a Sant'Erasmo

L'immagine del divano che abbiamo fotografato abbandonato sulla laguna di Venezia rende bene la sensazione che ti lascia una gita all'isola di Sant'Erasmo, un luogo a metà tra realtà e immaginazione e tra presente e passato.
Sant' Erasmo, un 'isola distante trenta minuti da Venezia che nelle giornate di sole di festa si riempie di turisti, mentre nei giorni lavorativi è abitata solo da poche persone, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Case grandi con bellissimi giardini curati nel minimo dettaglio e grandi orti, soprattutto di carciofi, carciofi rossi che sono la specialità dell'isola : le famose castraure.
Anche nei giorni di festa, però, se ci si sposta dalla torre Massimiliana e dal bar ristorante vicino all'approdo di Capannone, non si trovano più turisti e si può camminare indisturbati lungo un sentiero che tra i canneti percorre l'isola. Lo sguardo può spaziare sulla laguna e più lontano sui lavori in corso del Mose che cerca di sottrarre la città di Venezia al suo ineluttabile destino di affondare sotto le maree.

La nostra gita fuori porta a Pasquetta è iniziata alla stazione di Padova. Da perfetti italiani medi siamo saliti su un treno regionale strapieno e strapuzzolente con direzione Venezia.
Dalla stazione di Venezia abbiamo raggiunto Fondamenta Nuove per prendere il traghetto e nonostante ci fossimo messi diligentemente in fila ad attenderlo, siamo riusciti a perderlo perchè , si sa, in Italia i concetti di educazione, ordine e rispetto per gli altri sono qualcosa fuori moda, perciò dei simpaticissimi connazionali che hanno scavalcato le transenne dalla parte dell'uscita sgomitando, sono saliti sul traghetto prima di noi anche se erano arrivati ben dopo e dovendo scegliere tra una rissa e l'attesa abbiamo preferito l'attesa.

Arrivati finalmente a Sant'Erasmo in mezzo ad una serie di famiglie con bambini urlanti ormai a mezzogiorno, ci siamo diretti verso la torre Massimiliana e l'unico posto di ristoro aperto dell'isola.
Incredibilmente, la folla si è ridotta ed è diventata più silenziosa e finalmente abbiamo potuto godere della bellissima giornata carica di sole e vento di mare che porta il sale sulla pelle.
Giusto per cominciare l'escursione, visto che non c'erano per una volta delle salite da affrontare,
abbiamo deciso di fare subito il pranzo al sacco e Vania è stata premiata come migliore capogita dell'anno.
Dopo il lauto pranzo, ci siamo incamminati per il sentiero che segue il perimetro dell'isola tra le chiacchiere fino a raggiungere la chiesa di fronte alla quale c'è la fermata del traghetto per Venezia.
Foto e foto come sempre.