venerdì 12 marzo 2010

6 Marzo 2010 - Fondo a Forte Cherle

Per concludere la stagione sciistica, quasi nemmeno cominciata quest'inverno, abbiamo pensato di fare un giretto sulle piste di fondo a Forte Cherle.
Tra Veneto e Trentino, vicino a casa, ci sono piste da fondo ben più vaste con collegamenti di 60 km, Enego, Gallio e poi ancora MilleGrobbe e Passo Coe, ma Forte Cherle , con solo 15 Km di piste ha un fascino tutto particolare, fa parte di quella montagna dimenticata lontana dal turismo di massa dove il tempo sembra essersi fermato a trent'anni fa.

Gli impianti si trovano presso l'albergo forte Cherle gestito dalla signora Carla e dalla sua famiglia. Il noleggio sci è dietro l'albergo, nel garage di casa e gli scarponi li tengono in uno sgabuzzino riscaldato.

Il biglietto per le piste costa 4 euro. L'ingresso è una casetta sulla strada che collega Tonezza a Folgaria ma sulla strada non passa una macchina, perchè d'inverno dopo le nevicate viene chiusa a causa delle scariche di neve e sassi della montagna e solo chi ama veramente questo posto sale per Lavorone raggiunge quasi Folgaria per venire qui.

E' sabato e ci sono sì e no quindici persone. La giornata è splendida. Cielo pulito, temperatura sotto zero, vento freddo. Pista quasi completamente al sole.

Passiamo qualche ora sugli sci e poi andiamo a farci preparare il favoloso panino con lo speck dalla signora Carla e ci sediamo fuori al sole.

giovedì 4 marzo 2010

27 - 28 Febbario - ciaspolata sul Grappa in una notte di luna piena

Ad un anno esatto dalla mitica ciaspolata con Renato sul Monte Altissimo, una nuova avventura sulla neve di quelle che lasciano un segno nella memoria.

Prima della partenza sono un po' preoccupata soprattutto per il freddo che sulla neve non è mai poco, figurarsi quando il sole sarà tramontato. Ho fatto rifornimento di scaldini ( ricaricabili ed usa e getta), messo nello zaino la giacca a vento super imbottita, indossato doppio calzino, maglietta termica, scaldamuscoli, riempito il thermos di tea bollente e ho guanti in tutte le tasche del giubbino antivento. Ma temo che le mie dita congelate mi faranno rimpiangere il mancato acquisto degli scarponi da ghiaccio.

Non ho studiato il percorso, la gita è organizzata dalla sezione del CAI di Padova, ma non mi sembra di ricordare grande dislivello e un lungo percorso dal volantino di presentazione della ciaspolata. Mi sbaglio decisamente perchè alla fine dell'escursione tra andata e ritorno compresi tutti i saliscendi l'altimetro dell'orologio di Tabarez avrà registrato 1100 m di salita. Per fortuna che ero allenata se no schiattavo sulla neve.

Punto di partenza Località Finestron, sul Grappa. Si avanza prima nel bosco fino a superarne il limite e poi si procede tutto in cresta. Il panorama è a 360 gradi e anche se c'è ancora la luce del giorno, in cielo c'è già la luna piena. Dall'alto si vedono le prime luci accese giù nei paesi a valle, dall'altro lato una serie di catene montuose innevate. Manca il mitico Antonio per dirci, cima per cima, cosa stiamo vedendo. Chissà cosa sta facendo Antonio, è tantissimo tempo che non lo vedo.

Siamo un gruppo numeroso. Ci sono sempre quelli che hanno fretta sono in testa e corrono e quelli che vanno pianino. Il gruppo non viene quasi mai ricompattato e alla fine i primi arriveranno in rifugio quasi con un'ora di distacco.

Io preferisco stare dietro, andare con calma, chiacchierare con Rita, ascoltare Calibabà che racconta di aver fatto quella stessa mattina sessanta chilometri in bicicletta, prendere in giro spett. Adri che continua a scattare foto con il cellulare come se poi venisse fuori qualcosa.

In cresta il vento si fa sentire, freddo, tagliente, ma tiene lontane le nuvole. Arriviamo alla cima del Monte Asolone e inizia a calare il sole. Qualcuno accende la pila frontale.
Che strana sensazione camminare sulla neve con la luna piena. Quiete, silenzio, pace. La testa si svuota di tutti i pensieri, svaniscono le ansie quotidiane e resta solo lo stupore per quanto sia bella la natura.

Siamo alla salita finale, ovviamente la più ripida. Ormai è buio. Più di qualcuno comincia a cedere alla fatica. Finalmente si vede il rifugio Bassano illuminato. Entriamo, iniziamo a scaldarci. Una fetta di torta gigante e una cioccolata calda. Il camino acceso. Che meraviglia! E coincidenza: qui come all'Altissimo ci sono le vipere sotto grappa. Solo che questa volta nessuno beve la grappa.

Poco più di un'ora di pausa e dobbiamo uscire per scendere fino al parcheggio delle macchine e tornare a casa. Al ritorno, ancor più che all'andata, i soliti che devono correre partono a gran velocità con un paio di accompagnatori. Ognuno per sè e Dio per tutti. In fondo al gruppo invece c'è qualcuno che per la stanchezza e per il freddo è un po' in difficoltà e va molto piano. Noi siamo circa a metà e quando arriviamo alla fine del sentiero aspetteremo gli ultimi un'ora. Gli altri, quelli col pepe nel culo, appena arrivano alle macchine se ne tornano a casa. ( Questa cosa non mi è piaciuta per niente. Non ci sta nell'etica della montagna).

Spett Adri quando arriva giù con gli ultimi due della comitiva zoppicanti ha una faccia tutt'altro che entusiasta. Mi sento sollevata quando lo vedo. Stavo quasi pensando di andare a cercarlo. Ora ci siamo tutti. Possiamo andare a casa anche noi.

Bellissima esperienza. Bisognerebbe indire il 27-28 febbraio come ricorrenza per le ciaspolate in montagna dei Mussati.